domenica 12 aprile 2009

Buona Pasqua


Ma quanti saranno i veri credenti in Italia? Intendo cattolici praticanti.
Quante persone oggi addenteranno costolette di agnello e torte pasqualine con in cuore il martirio e la rinascita di Cristo?
Non sono credente e oggi, mio malgrado, mi ritrovo la casa piena di parenti, uova di cioccolato, colombe senza sapere perché.
Un perché c'è e risiede nella forza asfittica delle tradizioni che come vizi ancestrali si sedimentano nel dna di ognuno di noi. Il ripetersi dei gesti, dei riti, delle tradizioni appunto, ci fa sentire parte di quel tutto che alla fine è nulla.
Al tempo dei miei nonni o dei miei genitori queste feste si "sentivano" di più, c'era un senso di religiosità più radicato o almeno a Pasqua e Natale si mangiavano tutte quelle leccornie che gli altri giorni dell'anno non potevi permetterti.
A che pro festeggiare oggi quando tutti i giorni ci ingozziamo senza sosta, quando lo spirito religioso si è svuotato ancora di più fino a diventare vile retaggio e spesso stanca abitudine?
Niente di che ma dell'Italia non mi piace proprio questo vuoto attaccamento a tradizioni che ti imbrigliano la mente e la impigriscono, che ti fanno cadere in quel vortice di pigrizia privo di costruttività.
Quisquilie pasquali, non ci fate caso.
Auguri

venerdì 10 aprile 2009

Dopo la tempesta


Cosa succederà una volta tornata la calma?
Questa domanda che risuona nella testa di tutti in Italia rischia di suonare retorica.
Intanto mi sento in dovere di testimoniare qualcosa di orribile, non posso dire (perché non l'ho visto con i miei occhi) se totalmente vero ma mi sono arrivate voci da persone che sono in contatto con i terremotati abruzzesi: sembra che gli scatoloni di aiuti che stanno arrivando da tutto il paese non sempre finiscano in mano alle persone giuste.
Spesso, questo è quello che mi è stato riferito, i camions vengono "sequestrati" e la merce rivenduta a prezzi altissimi, esiste una sorta di "borsa nera".
Questo mio conoscente ha detto che i suoi parenti lassù gli hanno parlato di prezzi della benzina ignobilmente alle stelle; l'altro giorno al telegiornale è stato detto che un "signore" vendeva carne a 80 euro il kg; lo sciacallaggio è praticato con più gravità di quanto se ne parli. La situazione insomma è degna della più grande inciviltà.
INCIVILTA': è proprio su questa parola che vorrei soffermarmi e del suo antonimo CIVILE.
CIVILE viene da CIVIS parola latina che si rivestiva di una carica simbolica molto alta. Il CIVIS romano non era solo un uomo, era un uomo riconosciuto giuridicamente che aveva diritti e doveri precisi da rispettare per poter essere un buon CIVIS ROMANUS degno di vivere e operare nell'Urbe e dentro i vasti confini dell'Impero.
Per diventare cittadino romano, un liberto ci metteva anni, doveva sudare questo suo status pieno di responsabilità. E' proprio da qui che nasce il nostro aggettivo CIVILE: è civile chi rispetta se stesso, gli altri, le regole che le leggi impongono e i luoghi nei quali vive.
Tutto questo l'ho ricordato per farvi capire come l'Italia sia un paese pregno di INCIVILTA', di menefreghismo, di non rispetto delle regole di convivenza che sono alla base del buon vivere sociale.
E' la cura del "particulare" che ci fregherà sempre.
Spero che per l'Abruzzo non si ripetano gli schifosi scempi dell'Irpinia, che la ricostruzione nasca su nuovi "pilastri"ma non so perché ho paura che ad ogni nuova tragedia sapremo rispondere solo con la solita vecchia RETORICA: termine pure questo svuotato del suo senso primigenio più alto.
Vive l'Italie!

giovedì 9 aprile 2009

Sciacalli su disastri annunciati


Ho sempre pensato a Gaia, la madre terra, come una cosa stabile. Egoisticamente, non avendo mai vissuto una tragedia come quella di questi giorni, sulla terra mi sentivo sicura, dalla terra protetta. La notte fra domenica e lunedì quella scossa si è sentita anche dove vivo, nulla in confronto alla zona dell'epicentro, ma per la prima volta ho sentito la terra vacillare e con essa la mia sicurezza, la mia tranquillità. Mi sento come se avessi visto mia madre vicino al mio letto con un coltello: mia madre, la mia terra mi ha tradita, ingannata.
La tragedia, una delle tante tragedie annunciate di questo nostro paese che ama trovare i "simboli" della tragedia, gli "eroi" della tragedia, l'ora, il momento del ricordo ma che non fa nulla per evitare che tali tragedie possano accadere!
Ora, dopo aver dovuto sopportare tutto il terrore della terra che trema di notte, dopo la morte, la perdita degli oggetti, dei ricordi, della dignità e di qualcuno di caro, quelle persone devono sopportare branchi di SCIACALLI che si aggirano fra loro con telecamere e microfoni.
Fanno domande continue, imbarazzanti, crudeli e spesso banali e scontate.
La televisione sta dando il peggio di sé nel riprendere un uomo che esce distrutto ed emaciato dalle macerie, togliendogli anche quel poco di dignità che spetta al dolore. Gare di solidarietà dove presentatrici finto-imbronciate inumidiscono teneramente gli occhi di lacrime che sanno di plastica. Orsacchiotti impolverati come trofeo di morte.
Ascolti auditel elegantemente sciorinati a gran voce a seguito della tragedia.
Il presidente del consiglio che ha l'occasione, su un grande palcoscenico di ribadire il suo cantilenante leit-motiv :LO STATO C'E'.
Lo stato, caro il nostro presidente, doveva esserci prima, nella gestione corretta dell'edilizia, nel controllo sull'abusivismo, nell'osservanza delle regole che in questo paese sono sempre infrante.
Piangete, piangiamo, ma sempre sul latte versato.
La Voce della Formica è un blog che nasce dal bisogno di comunicare un disagio: quello di dover sopportare in silenzio tutto ciò che la stampa e la televisione ci impongono, senza alcuna possibilità di replica e critica. E' un angolo di sfogo, il mio personale Hyde Park dove poter dare voce alla rabbia e lo sbigottimento che solo la stupidità riesce a procurarmi. Senza pretese e senza presunzione, dal basso, come dal basso ci guardano le formiche. Sperando di trovare attenzione da parte di chi come me è stanco del "nullismo" mediatico, di chiacchiere vuote, o peggio, servili. Vado a prendere lo sgabello e torno, scoiattoli grigi al raduno: la voce della formica sta smuovendo le fondamenta dei grattacieli...