venerdì 10 aprile 2009

Dopo la tempesta


Cosa succederà una volta tornata la calma?
Questa domanda che risuona nella testa di tutti in Italia rischia di suonare retorica.
Intanto mi sento in dovere di testimoniare qualcosa di orribile, non posso dire (perché non l'ho visto con i miei occhi) se totalmente vero ma mi sono arrivate voci da persone che sono in contatto con i terremotati abruzzesi: sembra che gli scatoloni di aiuti che stanno arrivando da tutto il paese non sempre finiscano in mano alle persone giuste.
Spesso, questo è quello che mi è stato riferito, i camions vengono "sequestrati" e la merce rivenduta a prezzi altissimi, esiste una sorta di "borsa nera".
Questo mio conoscente ha detto che i suoi parenti lassù gli hanno parlato di prezzi della benzina ignobilmente alle stelle; l'altro giorno al telegiornale è stato detto che un "signore" vendeva carne a 80 euro il kg; lo sciacallaggio è praticato con più gravità di quanto se ne parli. La situazione insomma è degna della più grande inciviltà.
INCIVILTA': è proprio su questa parola che vorrei soffermarmi e del suo antonimo CIVILE.
CIVILE viene da CIVIS parola latina che si rivestiva di una carica simbolica molto alta. Il CIVIS romano non era solo un uomo, era un uomo riconosciuto giuridicamente che aveva diritti e doveri precisi da rispettare per poter essere un buon CIVIS ROMANUS degno di vivere e operare nell'Urbe e dentro i vasti confini dell'Impero.
Per diventare cittadino romano, un liberto ci metteva anni, doveva sudare questo suo status pieno di responsabilità. E' proprio da qui che nasce il nostro aggettivo CIVILE: è civile chi rispetta se stesso, gli altri, le regole che le leggi impongono e i luoghi nei quali vive.
Tutto questo l'ho ricordato per farvi capire come l'Italia sia un paese pregno di INCIVILTA', di menefreghismo, di non rispetto delle regole di convivenza che sono alla base del buon vivere sociale.
E' la cura del "particulare" che ci fregherà sempre.
Spero che per l'Abruzzo non si ripetano gli schifosi scempi dell'Irpinia, che la ricostruzione nasca su nuovi "pilastri"ma non so perché ho paura che ad ogni nuova tragedia sapremo rispondere solo con la solita vecchia RETORICA: termine pure questo svuotato del suo senso primigenio più alto.
Vive l'Italie!

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La Voce della Formica è un blog che nasce dal bisogno di comunicare un disagio: quello di dover sopportare in silenzio tutto ciò che la stampa e la televisione ci impongono, senza alcuna possibilità di replica e critica. E' un angolo di sfogo, il mio personale Hyde Park dove poter dare voce alla rabbia e lo sbigottimento che solo la stupidità riesce a procurarmi. Senza pretese e senza presunzione, dal basso, come dal basso ci guardano le formiche. Sperando di trovare attenzione da parte di chi come me è stanco del "nullismo" mediatico, di chiacchiere vuote, o peggio, servili. Vado a prendere lo sgabello e torno, scoiattoli grigi al raduno: la voce della formica sta smuovendo le fondamenta dei grattacieli...