giovedì 9 aprile 2009

Sciacalli su disastri annunciati


Ho sempre pensato a Gaia, la madre terra, come una cosa stabile. Egoisticamente, non avendo mai vissuto una tragedia come quella di questi giorni, sulla terra mi sentivo sicura, dalla terra protetta. La notte fra domenica e lunedì quella scossa si è sentita anche dove vivo, nulla in confronto alla zona dell'epicentro, ma per la prima volta ho sentito la terra vacillare e con essa la mia sicurezza, la mia tranquillità. Mi sento come se avessi visto mia madre vicino al mio letto con un coltello: mia madre, la mia terra mi ha tradita, ingannata.
La tragedia, una delle tante tragedie annunciate di questo nostro paese che ama trovare i "simboli" della tragedia, gli "eroi" della tragedia, l'ora, il momento del ricordo ma che non fa nulla per evitare che tali tragedie possano accadere!
Ora, dopo aver dovuto sopportare tutto il terrore della terra che trema di notte, dopo la morte, la perdita degli oggetti, dei ricordi, della dignità e di qualcuno di caro, quelle persone devono sopportare branchi di SCIACALLI che si aggirano fra loro con telecamere e microfoni.
Fanno domande continue, imbarazzanti, crudeli e spesso banali e scontate.
La televisione sta dando il peggio di sé nel riprendere un uomo che esce distrutto ed emaciato dalle macerie, togliendogli anche quel poco di dignità che spetta al dolore. Gare di solidarietà dove presentatrici finto-imbronciate inumidiscono teneramente gli occhi di lacrime che sanno di plastica. Orsacchiotti impolverati come trofeo di morte.
Ascolti auditel elegantemente sciorinati a gran voce a seguito della tragedia.
Il presidente del consiglio che ha l'occasione, su un grande palcoscenico di ribadire il suo cantilenante leit-motiv :LO STATO C'E'.
Lo stato, caro il nostro presidente, doveva esserci prima, nella gestione corretta dell'edilizia, nel controllo sull'abusivismo, nell'osservanza delle regole che in questo paese sono sempre infrante.
Piangete, piangiamo, ma sempre sul latte versato.

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La Voce della Formica è un blog che nasce dal bisogno di comunicare un disagio: quello di dover sopportare in silenzio tutto ciò che la stampa e la televisione ci impongono, senza alcuna possibilità di replica e critica. E' un angolo di sfogo, il mio personale Hyde Park dove poter dare voce alla rabbia e lo sbigottimento che solo la stupidità riesce a procurarmi. Senza pretese e senza presunzione, dal basso, come dal basso ci guardano le formiche. Sperando di trovare attenzione da parte di chi come me è stanco del "nullismo" mediatico, di chiacchiere vuote, o peggio, servili. Vado a prendere lo sgabello e torno, scoiattoli grigi al raduno: la voce della formica sta smuovendo le fondamenta dei grattacieli...